Gastronomia piemontese: Formaggi, nocciole, tartufi ed altre eccellenze

Parlare di Piemonte, ed in particolare di Langhe Roero Monferrato, e non parlare della gastronomia è… un delitto! I prodotti gastronomici, la cucina, la cultura del buon cibo e del rispetto dei cicli della terra, fanno del Piemonte una dispensa da scoprire!

Voglio portarti in un viaggio sensoriale: I profumi, i sapori, i colori della mia terra che si succedono al ritmo delle stagioni, sono sicura, ti affascineranno.

Chi visita il il Piemonte resta incantato dal suo territorio, i vigneti e le colline, ma quando si siede a tavola viene avvolto da magiche sensazioni.

Vieni con me in questo viaggio? Allora bando alle diete. ops! Bando alle chiacchiere!

degustazione nocciole in azienda

Nocciole: TONDE E GENTILI

Nocciole delle Langhe: noccioleti in Alta Langa

Nelle nostre zone non parliamo genericamente di nocciole. Qui parliamo di Tonda e Gentile: E già il nome vi fa capire quanto le amiamo! CORTEMILIA, NEL CUORE DELL’ALTA LANGA, È la  CAPITALE DELLA NOCCIOLA TONDA GENTILE DI LANGA, un IGP che ne attesta la qualità.

L’Alta Langa è la culla ideale per la nocciola. I suoi arbusti ricoprono buona parte delle colline verso la costa ligure. I noccioleti, come i vigneti, sono tenuti con cura ed ordine. Sono precisi e geometrici e distinguono il territorio che sta tra i fiumi Bormida e Tanaro.
La raccolta a fine agosto. Si incrocia a volte con la vendemmia. Come viene consumata la nocciola? Si predilige tostata per esaltare il suo sapore.  Il nocciolo ha anche un’altra caratteristica molto apprezzata dalle nostre parti: favorisce la nascita del prezioso Tartufo, sia nero che bianco!

TARTUFO BIANCO: IL RE

Coppia di ragazzi accompagnati nella loro ricerca del tartufo

Gastronomia piemontese ed il suo Re 

E visto che lo abbiamo nominato, parliamone! Il Tartufo, anzi il Signor Tartufo, è un fungo (ipogeo per gli esperti) che vive in simbiosi con le radici di alcune piante, e quindi sottoterra. Ecco perché è difficile da trovare e l’uomo deve farsi aiutare da un cane per cercarlo. Cane addestrato e con un fiuto ben allenato!

Il profumo del Tartufo, specialmente quello bianco di Alba e delle Langhe, è molto intenso e particolare: o lo ami o lo detesti. Se sei tra coloro, tanti, che lo amano allora hai un motivo determinante per arrivare dalle nostre parti. SlowDays, che non ama le esperienze senza un’anima, quelle “fatte in serie”, cerca ogni anno nuovi “trifolau” e nuovi modi per far conoscere questo gioiello.

Lo si può cercare, lo si può studiare ed annusare, ma soprattutto lo si assaggia! La gastronomia piemontese é ricca di piatti basati sul signor Tartufo, ma due uova al tegamino, oppure un piatto di tagliatelle al burro o con una fonduta cremosa, danno origine ad un matrimonio semplice e perfetto! La stagione di ricerca del tartufo dura tutto l’anno, per le varie tipologie che maturano a seconda delle stagioni. Il più pregiato lo si trova da fine settembre fino alle prime gelate.

È famosa la Fiera del Tartufo di Alba ma anche le varie manifestazioni durante il periodo autunnale. Molto richiamo ha l’Asta mondiale del Tartufo che ottiene sempre cifre da capogiro e che vede protagonisti ristoratori di tutto il mondo! Nata nel 1999 ha raggiunto, anno per anno, record di ricavi e di pubblico. Nel 2018 si sono sfiorati di 400,000 Euro di ricavo, devoluto a vari enti benefici. L’ultimo lotto, il più importante, è stato acquistato da un ristoratore di Hong Kong!

FORMAGGI PIEMONTESI

formaggi freschi

Capitolo vastissimo! Ne nominerò alcuni ma saranno sicuramente troppo pochi. Le Langhe, il Roero ed il Monferrato hanno una tradizione che si perde nella storia per la produzione di formaggi caprini, ovini e vaccini.

Specialmente nelle Langhe e ancora di più nell’Alta Langa, albese ed astigiana, troviamo le Robiole o Tume. Due denominazioni di Origine Protetta (Dop), soprattutto con la tuma di Murazzano e la Robiola di Roccaverano.
Il Murazzano è prodotto con latte ovino, mentre la robiola di Roccaverano è di latte misto.
Ci sono poi le ottime Robiole (non Dop) di Bossolasco, d’Alba e delle Langhe.

Ognuna ha caratteristiche di gusto e di pasta diverse , ma  tutte comunque apprezzabili e gradevoli!

La ricotta nelle Langhe, chiamata Seiras, è un formaggio morbido, molto delicato e fresco, usato anche come ripieno dei ravioli. Altro tipico e particolare è il “brus” , la saporita crema ricavata facendo fermentare le robiole in piccoli orci di coccio. Molto buono insieme alla polenta!

Ci sono poi il Signor Castelmagno (di cui parlo in maniera più approfondita in fondo alla pagina) , il Raschera, il Bra, il grana, il gorgonzola. Ognuno di questi merita un capitolo a parte e vi rimando ai siti dove potrete avere informazioni dettagliate.

Sicuramente una visita nelle nostre zone merita una degustazione di formaggi accompagnata con gli ottimi vini rossi e corposi che ne esaltano i sapori!

Un Formaggio usato per pagare le tasse: il Castelmagno!

Le origini del Castelmagno

Hai mai sentito parlare del Castelmagno? È un celebre formaggio piemontese, una regione che ben si sposa con la filosofia del “cheese” e che, nella stessa cultura culinaria, ricopre un ruolo piuttosto rilevante.

Prima del prodotto e dei vari, squisiti, abbinamenti, vorrei soffermarmi sulla simpatica prima rilevanza storica di questo alimento.

Siamo nel 1277. Al piccolo comune di Castelmagno viene richiesto, di lì in avanti, un canone annuale di una certa cifra da corrispondere al marchese di Saluzzo. Di quanto denaro si parla? Nessuno! La somma sarebbe stata corrisposta in quantità di Castelmagno.

In effetti, com’era facile intuire, il formaggio prende il nome dal comune di produzione, un piccolo paese di soli 61 abitanti, d’altra parte siamo oltre i 1000 metri di altitudine! A parte l’incantevole Santuario – in foto qui sulla destra -, è tappa di tanti appassionati di trekking che puntano a proseguire verso l’alto (ad esempio, la pista “Curnis Aouta”).

Gastronomia piemontese ed un altro protagonista importante

Il Castelmagno DOP è un formaggio a pasta semidura, grasso/semigrasso di breve o media stagionatura.

Come detto, la sua origine storica risale a oltre mille anni addietro, la cui produzione avveniva proprio nell’omonimo paese, a oltre 1000 metri di altitudine.

Si tratta di un prodotto con un sapore intenso, piuttosto riconoscibile e che rappresenta un must della cucina piemontese. Difficilmente, chi viene in Piemonte può rinunciare ad assaggiarlo e, proprio a riguardo, Slowdays si sta attrezzando per rendere disponibile anche questo tipo di esperienza, ma non anticipiamo altro…

Disponendo di una sua importante consistenza, può essere anche mangiato autonomamente, senza alcun accompagnamento, così come, ovviamente, può essere abbinato a primi piatti e a vini corposi – un Nebbiolo non guasterebbe affatto… -.

La ricetta: Gnocchi al Castelmagno

Gli abbinamenti con il Castelmagno sono molteplici, ma è impossibile non citare la combinazione per eccellenza: gli Gnocchi al Castelmagno.

Si tratta di una pietanza tanto semplice quanto irresistibile e chiunque venga in Piemonte non può rinunciare ad assaggiarla. Ma quali sono gli ingredienti e come si realizza?

Lo gnocco è un “semplice” gnocco di patate, realizzato con farina, ovviamente patate, e uova. Sono serviti con una crema composta da castelmagno e panna ed è una ricetta proprio tipica della Valle Grana, nella zona di produzione del Castelmagno stesso.

Da lì, la bontà e la facilità di preparazione ha condotto questo piatto a divenire tradizione del Piemonte e ad essere riproposto nei principali ristoranti presenti nell’intera regione.

Gnocchi al Castelmagno

Gastronomia piemontese: I Formaggi tipici del Monferrato

Vi racconto una mia gita. A Monale c’è Raffaele, che si prende cura delle sue caprette un po’ dispettose, ma con il loro latte produce formaggi pluripremiati!

In una di queste giornate anticipatamente primaverili, mi sono messa in macchina per andare a conoscere Raffaele, titolare dell’azienda agricola Cascina Aris.

Prima di giungere a destinazione, ho fatto una sosta a Monale, un piccolo comune in provincia di Asti di circa 1.000 abitanti.

Davvero un posticino delizioso, dove cielo e boschi, stradine di campagna e natura, convivono insieme allegramente!

A coronare questo bucolico paesaggio, un Castello, il Castello di Monale, non aperto al pubblico per visite guidate, ma le cui sale sono adibite a sontuose location per matrimoni / bed & breakfast. Un luogo da tenere in considerazione per turisti in cerca di soggiorni rilassanti, immersi nella pace della campagna.

Ho ripreso, quindi, il mio giro, destinazione: Cascina Aris! La stradina da percorrere è tutta curve, sale piano piano, fino ad arrivare sul cucuzzolo della collina. Appena scesa dalla macchina, ho avuto la sensazione di essere atterrata su un altro pianeta: un posto incantevole, con una vista magnifica e tanti prati verdi attorno all’azienda agricola.

Raffaele mi ha accolto a braccia aperte e subito mi ha fatto fare un giro per conoscere tutti i suoi animali… e credetemi, anche loro erano abbastanza ansiosi di fare la mia conoscenza, si sono accorti subito che era arrivata un’“estranea” nel loro territorio ? !

La popolazione della Cascina è molto variegata: capre, cavalli, maiali, oche… ed anche un simpatico cagnolone!

La sensazione di essere atterrata in un luogo diverso è continuata, sembrava di essere in una piccola Arca di Noè, ma senza gli elefanti e le giraffe! Raffaele alleva i suoi animali con passione e per ogni specie ne rispetta l’etologia e le caratteristiche.

Le caprette sono animali davvero curiosi, chi l’avrebbe mai detto che passano il tempo a farsi i dispetti tra di loro e a litigare, hanno davvero una testa dura… allora, Raffaele mi racconta, che tiene separate quelle più “vivaci” e in vena di crear scompiglio, ma a poco serve, perché anche dopo un mese di allontanamento, ricominciano a litigare e a belare tra di loro. E chi se lo immaginava che le capre avessero un temperamento così forte?

La stagionalità per Raffaele è molto importante!

Raffaele segue la stagionalità per quanto riguarda la mungitura delle sue capre, non forza la produzione del latte in rispetto dei suoi animali e dell’ambiente circostante. E questo lo porta a dei grandi risultati: infatti, i suoi formaggi vincono tantissimi premi in tutta Italia, come il “Premio Roma”, dove il formaggio Ciuffettino ha vinto il primo posto o il premio “Crudi in Italia”, in cui la Caciotta di capra si è classificata prima!

maiali vengono tenuti liberi, in modo che possano girare nei boschi attorno alla Cascina. Vengono inoltre nutriti con i residui della lavorazione del latte delle capre, insomma ecologia ed economia circolare da 10 e lode!

Ed è arrivato il momento più atteso: quello della degustazione di salumi e formaggi, delizie per il palato!

Mentre assaggiavo tutte quelle cose così buone (e anche genuine), pensavo tra me e me “Ecco, perché hanno vinto tutti quei premi…”, un motivo doveva pur esserci! Tra un assaggio e l’altro, Raffaele mi ha mostrato il suo piccolo laboratorio, dove crea tutte le sue prelibatezze: tantissime tipologie di formaggio per essere un’azienda agricola a conduzione familiare! Quanto impegno e quanta dedizione, Raffaele è sicuramente un eccellente produttore di formaggi caprini con tutte le carte in regola!

Guida Langhe Roero e Monferrato

Prossimo capitolo

GASTRONOMIA: CARNI PIEMONTESI

Parlare di formaggi piemontesi é anche parlare di Cheese

Quando si tiene Cheese?

Ogni 2 anni. L’ultima volta nel 2023, quindi la prossima volta nel 2025.

Dove si svolge Cheese?

A Bra, capitale del Roero e sede natale del movimento SlowFood

Di cosa si tratta?

Cheese, come dice il nome, é l’evento con protagonista il Formaggio, che ha più risonanza internazionale. Richiama produttori, consumatori, amanti che ruotano intorno al mondo magico del formaggio. Al magico processo che trasforma il latte in un cibo da palati raffinati.

Ogni volta che si organizza l’evento ha un titolo. Un tema da svolgere, che ha sempre come comune denominatore, la sostenibilità. Il rispetto del lavoro faticoso dell’uomo e la dignità del giusto compenso per gli sforzi. Senza mai dimenticare il rispetto per il mondo animale.

In questo caso devo proprio dirti: VALE IL VIAGGIO