Scrittori Piemontesi, delle Langhe

Le Langhe, così come il Roero e il Monferrato, sono una destinazione privilegiata per scoprire un paesaggio fatto di colline, vino e buon cibo ma anche di scrittori piemontesi famosi che hanno fatto da cornice ai più conosciuti libri sulle Langhe.

In quel mare di basse alture che si inseguono tra Cuneo e Savona sono nati e hanno ambientato le loro storie, grandi scrittori piemontesi del 900 “di provincia” come Maria Tarditi, Cesare Pavese, Beppe Fenoglio.

Scrittori “di frontiera”, appartenenti a generazioni diverse, che delle Langhe e del Piemonte hanno raccontato l’identità contadina e l’orgoglio testardo del lavorare la terra.

Ve ne “raccontiamo” alcuni:

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MARIA TARDITI

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La scrittrice Maria Tarditi è nata in quel di Monesiglio nel 1928 da famiglia modesta e per 38 anni ha insegnato alle scuole elementari di Pievetta, frazione di Priola. Negli anni Novanta dopo aver raggiunto la meritata pensione inizia a scrivere, la sua prima ispirazione è scaturita da un bisogno di “dire la sua” circa il modo di vestire tanto declamato nel libro di Susanna Agnelli “Vestivamo alla marinara”.

La Tarditi ha voluto sottolineare come invece erano i costumi della gente di campagna:

«Sui bricchi di Monesiglio noi non vestivamo certo così… ho voluto far sapere “come vestivamo” noi» Vestivamo alla poveraccia – Maria Tarditi

Consigliamo di portare con sè un libro della Tarditi, ad esempio proprio quello intitolato “Vestivamo alla poveraccia”, recarsi vicino ad uno dei tanti belvedere che ci sono in Langa (che ne dite di quello di La Morra? O magari vicino alla grande panchina a Dogliani?) e sul far del tramonto leggere qualche pagina per immedesimarsi totalmente nell’atmosfera di questi luoghi e respirare fino in fondo cosa vuol dire essere “Gente di Langa”.

CESARE PAVESE

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Nato a Santo Stefano Belbo, Cesare Pavese trascorre a Torino gran parte della sua vita ma mantiene sempre un intimo legame con la terra di Langa, evidente in tutta la sua produzione letteraria. Cesare Pavese è probabilmente uno degli scrittori Piemontesi del 900 più importanti della letteratura italiana.

Come nessun altro scrittore piemontese, egli coglie l’essenza più profonda ed autentica delle Langhe. Da semplice luogo dell’infanzia, le Langhe e il mondo contadino, diventano i luoghi nei quali Pavese vede un passato originario irrecuperabile e cerca di recuperarle attraverso la scrittura. Le colline sono l’infanzia dello scrittore, il modo attraverso la quale interpretare la realtà e il mezzo attraverso cui misurare la distanza tra ciò che si era e ciò che si è diventati.

Consigliamo di leggere La luna e i falò, scritto nel 1949 e pubblicato nel 1950 pochi mesi prima del suicidio dello scrittore, percorrendo le sue orme da Alba a Santo Stefano Belbo, dove lo scrittore unisce i ricordi d’infanzia, le ragioni dell’antifascismo e la poetica del mito elaborata nel corso di quegli anni.

Un itinerario alla scoperta di questa parte di Piemonte, proprio sulle orme del grande scrittore, magari sorseggiando un bicchiere di Moscato, tipico di questo territorio.

BEPPE FENOGLIO

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“Ora la strada sale in metà della vallata. Vento sì, ma ce la fa appèna a spettinarmi. Non riesco a scorgere, lassù, dove il cielo s’attacca alla collina. Queste cominciano ad essere le Langhe del mio cuore: quelle che da Ceva a Santo Stefano Belbo, tra il Tanaro e la Bormida, nascondono e nutrono cinquemila partigiani e gli offrono posti unici per battagliarci”

Beppe Fenoglio nasce ad Alba il 1 febbraio 1922, vive e studia ad Alba. Fenoglio sceglie con lo scoppio della guerra la via della collina, verso l’Alta Langa, per entrare anch’egli in una delle bande partigiane che si erano formate in quel periodo.

Mentre per Pavese, le Langhe sono il luogo della memoria, della nostalgia e del ritorno all’infanzia,  per Fenoglio, il distacco non avviene, neppure quando è lontano. Sono le Langhe, protagoniste della miseria dei contadini, descritte nella Malora e nei racconti, ma anche le Langhe della resistenza, descritte ne La paga del sabato e ne Il partigiano Johnny.

Per Beppe Fenoglio, il paesaggio delle Langhe è una presenza viva, che accompagna le peripezie dei protagonisti delle sue storie, anche nel tempo atmosferico.

Consigliamo di partire alla scoperta degli scorci fenogliani da Alba, dove troviamo la casa natale e dove si possono ammirare le scenografie dei suoi numerosi racconti di vita partigiana. Inoltre, in occasione del centenario fenogliano, Alba dedica una serie di eventi al suo famoso figlio e il Centro Studi Beppe Fenoglio propone inque itinerari sui luoghi dello scrittore. Dalle colline di Treiso e Mango verso gli scorci dell’Alta Langa, a Murazzano, Feisoglio e San Benedetto Belbo

GUIDO GOZZANO

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Guido Gozzano (1883-1916) poeta e scrittore italiano. Nato a Torino nel 1883 da una famiglia alto-borghese, il giovane Guido si dedicò presto all’attività poetica. Visse gran parte della sua vita in Piemonte. La sua opera è caratterizzata da uno stile ironico e malinconico, spesso ispirato dalla natura e dalla vita quotidiana delle campagne piemontesi.

Tra i temi essenziali al mondo poetico di Gozzano vi è l’immagine della città natale, di quella sua amata Torino alla quale costantemente ritornava.

Celebre è la poesia “Le Golose”, dove Gozzano ci racconta dei caffè storici di Torino e delle donne mentre scelgono e mangiano dei dolci in uno di questi eleganti caffè, allora come oggi, veri e propri “salotti della città”.

Le golose

Io sono innamorato di tutte le signore
che mangiano le paste nelle confetterie.

Signore e signorine –
le dita senza guanto –
scelgon la pasta. Quanto
ritornano bambine! ….

Ovviamente ti consiglio di fare un giro a Torino, in una delle pasticcerie storiche ed assaggiare il bicerin, i gianduiotti e le “bignole” minuscole e piene di sapore

 

 

GIANNI RODARI

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Gianni Rodari è nato nel 1920 a Omegna, nella meno conosciuta e “nominata” provincia del Verbano-Cusio-Ossola in Piemonte.

A partire dagli anni Cinquanta ha iniziato a pubblicare anche le sue opere per l’infanzia. I suoi libri hanno avuto innumerevoli traduzioni e hanno meritato diversi riconoscimenti, fra cui, nel 1970, il prestigioso premio «Hans Christian Andersen», considerato il «Nobel» della letteratura per l’infanzia.

Una curiosità: le poesie di Gianni Rodari possono essere lette sui muri del piccolo paesino di Roddi.

“Che belle parole
se si potesse scrivere
con un raggio di sole.
Che parole d’argento
se si potesse scrivere
con un filo di vento.
Ma in fondo al calamaio
c’è un tesoro nascosto
e chi lo pesca
scriverà parole d’oro
col più nero inchiostro”

PRIMO LEVI

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Primo Levi nasce a Torino nel 1919 da una famiglia ebrea di intellettuali piemontesi. Laureato in chimica e chimico di professione, diventa scrittore dopo la traumatica esperienza della deportazione nel campo di lavoro di Monowitz, che faceva parte dello stesso complesso del più noto Auschwitz.

L’orribile esperienza della sua prigionia viene raccontata in una delle sue opere più famose: il romanzo-testimonianza, “Se questo è un uomo“, pubblicato nel 1947. Nel libro traspare il grandissimo senso di umanità e di altezza morale, nonché di piena dignità, di Primo Levi.

Ancora oggi l’opera è considerata un imperituro documento delle violenze naziste, scritto da un uomo di limpida e cristallina personalità.

Curiosità: in prima Liceo, Primo Levi, ebbe per qualche mese come professore d’italiano Cesare Pavese.

UMBERTO ECO

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Il saggista e scrittore Umberto Eco è nato ad Alessandria il 5 gennaio 1932. Ha frequentato il Liceo Classico e l’università a Torino, dove si è laureato in Filosofia medievale a 22 anni con una tesi sull’estetica in San Tommaso d’Aquino.

E’ diventato famoso in tutto il mondo con Il nome della rosa del 1980, un romanzo ambientato nel Medioevo, che unisce un intreccio giallo a problematiche filosofiche e politiche.

Frammenti dell’’infanzia nicese di Umberto Eco sarebbero poi stati immortalati, con nomi e dettagli modificati in un’altro dei suoi romanzi più celebri, “Il pendolo di Foucault”.

«Era ancora il paesotto che Belbo aveva conosciuto durante la guerra. (..) Il paese appariva all’improvviso dopo una svolta, ai piedi di un colle, dove stava la casa di Belbo. Il colle era basso e lasciava intravedere dietro la distesa monferrina, coperta da una leggera foschia luminosa. Mentre salivamo Belbo ci mostrò una collinetta di fronte, quasi cava, e sul culmine una cappella, fiancheggiata da due pini: “Il Bricco”. Disse. Poi aggiunse: “Non fa nulla se non vi dice nulla. Ci si andava a fare il merendino dell’Angelo, il lunedì di Pasqua. Ora in macchina ci si arriva in 5 minuti, ma allora ci si andava in una specie di pellegrinaggio”».

Oggi la collina del Bricco Cremosina si trova all’’interno della core zone del sito UNESCO del Monferrato. Un territorio meno blasonato delle Langhe, ma che merita senza dubbio di essere visitato.

ALESSANDRO BARICCO

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Alessandro Baricco è uno scrittore tra i più conosciuti e amati dai lettori di narrativa in Italia. Nasce a Torino il 25 gennaio del 1958.

Si forma nel capoluogo Piemontese  laureandosi in Filosofia con una tesi di Estetica. Studia contemporaneamente al conservatorio dove si diploma in pianoforte.

L’amore per la musica e per la letteratura, ispirano fin dall’inizio la sua attività di brillante saggista e di narratore.

Curiosità: Fu Alessandro Baricco a intervenire per primo tra i letterati quando Collisioni, il noto Festival musicale, nasceva nel 2009 a Novello per poi spostarsi a Barolo.

“Il vino hollywoodiano si è imposto nel mondo anche per la ragione ovvia che è di matrice americana. Puoi inventarti tutte le ragioni raffinate che vuoi, ma alla fine, se vuoi capire come mai oggi nello Yemen bevono vino hollywoodiano, e in Sudafrica producono vino hollywoodiano e perfino nelle Langhe lo fanno, la risposta più semplice è: perché la cultura americana è la cultura dell’impero. E l’impero è ovunque, anche nelle Langhe.” — Alessandro Baricco

Guida Langhe Roero e Monferrato

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UN TOUR SU MISURA, PERCHE’ NO?

In giro nelle terre di Cesare Pavese

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